sexta-feira, 8 de junho de 2012

o sol nasce para todos Il Silenzio

Esta es la juventud del Papa


Siamo immersi nel rumore e nel chiasso, nelle parole.
 Ma nella vita è importante anche il silenzio.
Nel silenzio del tuo cuore che prega o tace, che 
canta o piange, che teme o spera, tu puoi trovare 
una luce che ti illumina, puoi capire meglio 
tante cose, puoi incontrare Dio.
Dio è amico del silenzio.
E la sete di Dio si fa più forte nel silenzio.
Nel silenzio si coglie meglio il mistero, si attua la
 conoscenza autentica, si sente il delicato profumo
 di Dio.
Mai come oggi c’è bisogno di gente che ami il
 silenzio. Basta, a volte, un po’ di silenzio per
 riprendere di nuovo a vivere, per imparare di 
nuovo ad amare la vita.


Ingresso nel mistero.
L'uomo vive nel rumore, nella civiltà delle parole,
 non sa più cos'è il silenzio. Eppure la vita nasce 
nel silenzio, l'uomo muore nel silenzio. Il silenzio
 è indispensabilie per la vita
 dell'uomo: esso ti stimola
 a pensare, ti serve per
 non sbagliare, ti dispone 
al ascoltare, ti aiuta a pregare.
 è necessario nella vita avere 
momenti di silenzio: tacere di
 sè, è umiltà, tacere degli
 altri, è caritàè, tacere in determinati momenti,
 è saggezza, tacere nell'incertezza, è prudenza,
 tacere quando tutto ava storto, è pazienza. 


Non devi aver paura del silenzio: eso è maestro 
di verità, è pace, gioia, serenità. è il luogo per
 mettersi in contatto con Dio, è linguaggio, a volte, 
per capire Dio.

sabato 26 settembre 2009




Marco 9,38-43.45.47-48

[38]Giovanni gli disse: «Maestro,
 abbiamo visto uno che scacciava i
 demoni nel tuo nome e glielo abbiamo
 vietato, perché non era dei nostri».
 [39]Ma Gesù disse: «Non glielo
 proibite, perché non c'è nessuno
 che faccia un miracolo nel mio nome
 e subito dopo possa parlare male di me.
[40]Chi non è contro di noi è per noi.[41]Chiunque vi 
darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché 
siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua
 ricompensa. [42]Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono
, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e
 venga gettato nel mare. [43]Se la tua mano ti scandalizza, 
tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due
 mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede 
ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo,
 che esser gettato con due piedi nella Geenna. [47]Se il tuo occhio 
ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio
 con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, 
[48]dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue".
Per Gesù, questa libertà interiore, e, capace di apprezzare il
 bene ovunque si trovi, non va confusa con un relativismo
 deteriore. Egli prende come termine di paragone ciò che più
 vale nella considerazione dell’uomo: lui stesso, la sua mano,
 il suo piede, il suo occhio. Scandalizzare è da intendere come


 ostacolo alla vita di fede. Di fronte a questo pericolo l’uomo
 deve essere disposto a qualsiasi rinuncia pur di salvare la fede.
 Tutto il resto senza fede diventerebbe insignificante.

La speranza

I giovani sono la primavera
 della vita, la speranza 
della Chiesa e dell’umanità.
 La giovinezza è il tempo
 degli ideali e degli
 entusiasmi, del
 coraggio e 
dell’ottimismo, delle domande più urgenti e 
delle decisione più importanti.Essere giovani 
significa avere un futuro pieno di speranza. 
La speranza cioè di andare avanti, la speranza,
 la speranza di trovare lavoro, la speranza di 
realizzare l’amore, la speranza di stringere una 
forte amicizia con Dio.


Un amico da non perdereTu sia di non
 poter vivere da solo, di no poter essere felice da
 solo, di non poterti salvare da solo: il
contatto con gli altri arricchisce, il rapporto
 con Dio ringiovanisce. Tu esisti perché Dio
da sempre ti ha pensato, hai un destino che solo
 lui conosce: egli può aiutarti a dare un
senso alla tua vita, a impegnarla per qualcosa
che vale a vivere non per comandare, ma per
servire, non per godere ma per amare. Tu sei debole come creatura,
 ma sei forte come amico di Dio: egli può darti una mano per vivere
 la vita come dono, per accogliere gli altri come fratelli, per rifiutare
ogni violenza. Nessuno ti è amico come Dio, egli vuole aiutarti a
cessare di fare il male a imparare a fare il bene, a non perdere mai
la speranza. Egli è un amico che sa essere fedele, un amico da non perdere.

venerdì 25 settembre 2009


L'impegno

Tanta parte della vita dell’uomo è
impegnata nel lavoro. Ci sono molti mod
i di spendere la vita. Ma fare della vita una
 missione d’amore è ciò che aiuta l’uomo a
 essere più uomo. È veramente
 impegnato l’uomo che soccorre chi è nel bisogno, l’uomo che sta
 lontano dal male e fa il bene, l’uomo che prega e ringrazia Dio
 di esistere. La gioia entra nella vita di un uomo quando ha qualcosa
da fare, qualche ragione per cui vivere e sperare. Se ci guardiamo
attorno, vediamo che in tante cose ci si può impegnare di più,
 si può fare decisamente meglio.

La vita è impegno per tutti. Non devi accontentarti di quello che sei, perché tu sei chiamato a essere di più, puoi amare di più, puoi combattere di più l’ingiustizia puoi lottare di più per la pace. Tu puoi fare veramente di più, puoi rischiare di più per la fede, puoi testimoniare di più il Vangelo, puoi servire di più i fratelli. Tu puoi fare di più per realizzare te stesso; per promuovere agli altri; per vivere meglio.
Dio ti invita a dare di più, Lui che ha donato il massimo.
Belle parole ci offre San Paolo oggi. Dalla lettera ai Efesini 4,29-32.Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato voi in Cristo.

giovedì 24 settembre 2009


Il Cuore della vita




Non è concepibile un cristiano che non preghi. 
Per chi crede e ha fede, pregare è un bisogno.
 L’uomo che prega è sereno, non si lascia 
prendere dalla sfiducia, non si smarrisce nella
 prova, si sente vicino a Dio. Ogni uomo cerca la
 pace e la felicità.
La preghiera è un’esperienza che dà sicurezza

 e serenità. È necessaria per osservare la legge
 di Dio. È luce per capire se stessi, è aiuto per
 affrontare meglio le difficoltà della vita, è 
stimolo per vivere nella speranza. La preghiera
 è il cuore della vita cristiana. È l’olio che 
alimenta la lampada della fede perché 
illumini il cammino del credente. È un 
rapporto particolare e personale con Dio 
che rende l’uomo convinto della propria piccolezza.

domenica 20 settembre 2009


50 anni fa…

Oggi San Zeno in Monte è in festa. 2 giovani
 faranno la prima Professione religiosa,
 (Giovanni e Yan), due faranno la prima
 professione trienale, Sor. Jiomara da
 cost e fr. Manoj Ethiervelil, 8
celebranno il 50° di professione
 religiosa, sono: Dal Corso Mons.
 Eugenio; Dalla Brea fratel Rodolfo; Desiderati fratel Carlo;
 Ferrari don Luigi; Gecchele don Gaetano; Lamesso fratel
 Agostino; Tosi don Tiziano e Zanni don Martino.

La consagrazione è l'incontro di due libertà: quella di Dio e
 quella della persona. è un "tesoro che portiamo in vasi di creta"
 La consacrazione è un dono di Dio e una risposta di amore a Dio
accetando l’invito di vivere con Lui e per Lui.
Consacrarsi a Dio è fare la esperienza di amicizia con il Signore
, è mettere Dio al centro della vita. Non c'è altra ragione più
 importante a questa. Solo chi è capace di accettare queste
condizioni potrà sperimentare la libertà e la vera amicizia di Dio.
Al Signore non l'importa quante cose si fa’, ma come si fa’ tutto
 quello che si fa’. Il Signore non ci lascia senza difficoltà, liberi
di sofferenze, privi di tentazioni solo perche siamo religiosi,
 no, il Signore conosce
 tutte queste cose e ci ha
insegnato come affrontarle.
 Lui ha dato l’esempio,
 abbracciando la croce.
Anche noi, suoi discepoli,
siamo chiamati a abbracciare
con serenità la propria croce.
 La croce ci salverà. E dal
nostro esempio i fratelli impareranno l’amore di Dio.

Preghiamo assieme perchè, con la grazia del Signore,
possiamo tutti percorrere un cammino di fedeltà nel seguire
Gesù, secondo lo spirito che ha vissuto e ci ha insegnato San
 Giovanni Calabria.

Dio è amore

Ci è stato sempre detto che nella vita bisogna amare, bisogna voler bene a tutti. Solo chi ama dimostra di aver capito Dio. Dio, infatti, è amore. L’amore di Dio è come il sole che illumina e riscalda la terra del cuore dell’uomo. È come una sorgente da cui attingere l’amore per te e per i fratelli. È un mistero che non sai definire, ma che puoi sperimentare nella concretezza della vita.
Chi vive ama. Chi ama vive veramente, Chi, poi, vive e credi in Dio si sforza anche di amare come ama Dio.
Amare come ama DioDio è amore, egli ti ha creato per amore, ti ha fatto libero per amore, ti chiede di vivere nell’amore. Dio è amore perché ama gratis, perché ama per primo, perché ama anche quelli che non se lo meritano. Dio è amore, egli ama i piccoli e i grandi, i poveri e i ricchi, i sani e i malati, ama tutti senza distinzione alcuna. Dio è amore, amare è farsi conoscere da chi si ama, è farsi simile a chi si ama, è donare la vita per chi si ama. Amare non è solo simpatia, è volere il bene degli altri, è dialogare con gli altri, è soffrire con gli altri, è anche perdonare gli altri. Non c’è vero amore senza dolore. Dio è amore,solo l’amore lenisce il dolore, solo l’amore vince la paura, solo l’amore ridona la speranza. Ciò che importa nella vita è poter amare, ma ciò che più conta è amore come ama Dio.

Dal Vangelo di Marco


Gesù, oggi, si confida con i suoi, parla delle sue preoccupazioni: la folla, dopo i primi entusiasmi, si è raffreddata: Gesù è un fallimento, un bluff. Le cose hanno preso una piega inattesa, devastante, Gesù, turbato, è disposto ad andare fino in fondo al suo disegno d’amore. Gesù con pazienza si mete a parte, non pensa nel suo dolore e insegna i suoi discepoli.

Mc. 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: “Il figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno;ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?” Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E, presso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.

Gesù parla della sua morte e i dodici stanno distribuendosi i posti, litigando sui privilegi. Dio mio, quanta meschinità
...e mi vieni i brividi solo di pensare che anche noi facciamo la stessa cosa, misuriamo sfacciatamente le priorità. Invece Gesù entra nel mondo senza privilegi.
Gesù, ancora una volta pazientemente insegna … “tra voi non sia così”. Dio sa mettersi da parte perché ascolta, perché è l’amore assoluto, l’amore realizzato, maturo.
Gesù condivide in tutto la fatica e la fragilità degli uomini ma non lascia che la paura soffochi l’amore.
Il dolore, la croce, le sofferenze fanno parte della nostra vita. Abbiamo fede che per “strappare” il meglio dentro di noi, dobbiamo tutti, passare per le prove di Dio. Dio è il “fuoco” che purifica nostro cuore, capacitandolo per amare.

sabato 19 settembre 2009


Sete di Dio


La più grande verità, contenuta nella Bibbia, è la creazione dell’uomo che nasce in questo mondo porta con sè un’impronta di Dio. Il più profondo, il più universale che esista nel cuore dell’uomo.
Dio è la sete che l’uomo ha della verità e della libertà, della giustizia e della bontà. Egli seduce e incanta, affascina e stupisce a un tempo. È vicino a chi lo cerca, si fa sentire da chi lo invoca. Simpatizza quasi con tutti.

Pipocas de vida

Milho de pipoca que nao passa pelo fogo continua a ser milho para sempre. Assim acontece com a gente. As grandes transformaçoes acontecem quando passamos pelo fogo. Quem nao passa pelo fobo, fica do msmo jeito a vida inteira. Sao pessoas de uma mesmice e uma dureza assombrosa. Sò que elas nao percebem e acham que seu jeito de ser è o melhor jeito de ser. Mas, de repente, vem o fogo. O fogo è quando a vida nos lança numa situaçao que nunca imaginamos: a dor!

Pode ser o fogo de fora: perder um amor, perder um filho, o pai, a mae, perder o emprego ou ficar pobre.
Pode ser fogo de dentro: panico, medo, ansiedade, depressao ou sofrimento, cujas causas ignoramos. Hà sempre o recurso do remedio apagar o fogo! Sem fogo o sofrimento diminui.

Com isso, a possibilidade da grande transformaçao tambèm. Imagino que a pobre pipoca, fechada dentro da panela, là dentro cada vez mais quente, pensa que sua hora chegou: vai morrer.
Dentro de sua casca dura, fechada em si mesma, ela nao pode imaginar um destino diferente para si. Nao pode imaginar a transformaçao que està sendo preparada para ela.
A pipoca nao imagina aquilo de que ela è capaz. Aì, sem aviso previo, pelo poder do fogo a grande transformaçao acontece. BUM!
E ela aparece como uma outra coisa completamente diferente, algo que ela mesma nunca havia sonhado.

Bom, mas ainda temos o piruà, que è o milho de pipoca que se recusa a estourar.
Sao como aquelas pessoas que, por mais que o fogo esquente, se recusam a mudar. Elas acham que nao pode existir coisa mais maravilhosa do que o jeito delas serem.
A presunçao e o medo sao a dura casca do mllho que nào estoura. No entanto, o destino delas è triste, jà que ficarao duras a vida inteira!!

Deus è o fogo que amacia nosso coraçao, tirando o que nele hà de melhor! Acredite que para extrairmos o melhor de dentro de nòs temos que, assim como a pipoca, passar pelas provas de Deus. Talvez hoje voce nao entenda o motivo de estar passando por alguma coisa... Mas tenha certeza que quanto mais quente o fogo mais ràpido a pipoca estoura.

giovedì 17 settembre 2009


Dal vangelo secondo Luca 7,36-50


In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco,una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: “ Se costui fosse un profeta, saprebbe che è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!” Gesù allora gli disse: “ Simone, ho da dirti qualcosa”. Ed egli rispose; “ Di pure maestro”. “Un creditore aveva due debitori; uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più? Simone rispose: “Suppongo sia colui al quale ha condonato di più” Gli disse Gesù”: “Hai giudicato bene”. E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei vece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo: lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “ I tuoi peccati sono perdonati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è costui che perdona anche i peccati?” Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”.

La pagina di oggi ci commuove:
· Gesù il misericordioso,perdona la prostituta senza chiederle nulla, perché legge nel profondo del suo cuore.
· Gesù legge dentro di ciascuno di noi, legge le nostri intenzioni
· Dio ci giudica dalla forza dell’amore, non dai risultati!
· Gesù interviene senza offendere nessuno, semplicemente racconta una piccola parabola. Chiede autorizzazione al dono della casa per poter farlo. Non giudica, Gesù insegna il cammino del amore.
· Alla fine è Simone stesso a capire, a cogliere il senso profondo delle parole di Gesù: è vero, a chi molto ama è molto perdonato.
· Grazie Signore per la tua misericordia con tutti noi.

mercoledì 16 settembre 2009


Cercare il cielo

Un bambino, vedendo ogni sabato un cieco davanti alla porta del Tempio, dopo avergli fatto l’elemosina, chiese:
-“Da quanto tempo sei cieco?”.
-” Dalla nascita”.
-“Che lavoro fa?”.
-“L’astronomo”.
-“Ma come ? Non sei cieco?”.
-“Sì. Però mi soffermo volentieri a guardare tutte le stelle dell’immenso cielo che ho dentro di me. Perche non provi anche tu?”.

Dal libro "Le parabole di un Pierino", di Don Antonio Mazzi

Canoa

C’era una volta una squadra italiana di canoa.
Una società italiana ed una americana decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini. Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ma gli americani vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro.
Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra. Il top management decise che si sarebbe dovuto vincere l’anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema.
Il gruppo di progetto scoprì dopo molte analisi che gli americani avevano sette uomini a remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana un uomo che remava e sette che comandavano. In questa situazione di crisi il management dette una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana. Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c’erano troppe persone a comandare e troppe poche a remare.
Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra.
Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, un capo dei supervisori e uno ai remi.
Inoltre si introdusse una serie di punti per motivare il rematore: “Così lo invogliamo a dare il meglio di sé”.
L’anno dopo gli americani vinsero con un vantaggio di due chilometri.
La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato.
La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato.
N.B. Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.(Dal libro “Le parabole di un Pierino” di, Don Antonio Massi).

Cristo il Salvatore di tutti.

Cristo è venuto sulla terra, è venuto per tutti, è venuto anche per te. Egli è l’amico dei poveri, il fratello di ogni uomo, il salvatore di tutti. Tu hai bisogno di Cristo, egli guarda alla tua miseria e ti comprende, vede il tuo peccato e ti perdona, illumina la tua vita e ti ridà la giovinezza. Tu hai bisogno di Cristo, ma non puoi conoscerlo senza incontrarlo, né lo puoi incontrare senza cercarlo. Egli è venuto per dirti la verità, per indicarti la via, per donarti la vita. Tu hai bisogno di Cristo, per conoscere la tua grandezza per scoprire la tua povertà, per trovare la vera felicità. Solo Cristo ha parole di vita, solo Cristo ha progetti di giustizia, solo Cristo è sorgente di libertà. Tu hai bisogno di Cristo, egli non è un amico qualunque, ti insegna molte cose, soprattutto ti invita a fare della vita un dono ai fratelli, un impegno di pace, un servizio d’amore.

La Parola di Dio

Lc 7,31,35
In quel tempo, il Signore disse: “A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:”Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” . È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli”.
Ha ragione, il Signore, ha ragione: non siamo mai contenti, mai soddisfatti
Quando capiremo che ci è affidato il Regno e che la diversità o le differenze sono un dono? Che la lamentazione non è accettabile nei figli di Dio? Che ci occorre un sguardo profondo e di fede sulla realtà, su di noi, sulla chiesa, con i suoi difetti e peccati? Poi, certo, insieme decidiamo cosa è meglio … Ma sono scelte conseguenti all’incontro e al rispetto del primo comandamento del Signore che è quello dell’amore reciproco! Grazie, Signore, di questa giornata, della mia vita, delle cose che ho, di me stesso. Non tutto funziona come vorrei, o come dovrebbe, ma non voglio, oggi, lamentarmi di nulla: ho te, cosa mi manca?
Siamo immersi nel rumore e nel chiasso, nelle parole. Ma nella vita è importante anche il silenzio.
Nel silenzio del tuo cuore che prega o tace, che canta o piange, che teme o spera, tu puoi trovare una luce che ti illumina, puoi capire meglio tante cose, puoi incontrare Dio.
Dio è amico del silenzio.
E la sete di Dio si fa più forte nel silenzio.
Nel silenzio si coglie meglio il mistero, si attua la conoscenza autentica, si sente il delicato profumo di Dio.
Mai come oggi c’è bisogno di gente che ami il silenzio. Basta, a volte, un po’ di silenzio per riprendere di nuovo a vivere, per imparare di nuovo ad amare la vita.


Ingresso nel mistero.
L'uomo vive nel rumore, nella civiltà delle parole, non sa più cos'è il silenzio. Eppure la vita nasce nel silenzio, l'uomo muore nel silenzio. Il silenzio è indispensabilie per la vita dell'uomo: esso ti stimola a pensare, ti serve per non sbagliare, ti dispone al ascoltare, ti aiuta a pregare. è necessario nella vita avere momenti di silenzio: tacere di sè, è umiltà, tacere degli altri, è caritàè, tacere in determinati momenti, è saggezza, tacere nell'incertezza, è prudenza, tacere quando tutto ava storto, è pazienza. Non devi aver paura del silenzio: eso è maestro di verità, è pace, gioia, serenità. è il luogo per mettersi in contatto con Dio, è linguaggio, a volte, per capire Dio.

sabato 26 settembre 2009




Marco 9,38-43.45.47-48

[38]Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». [39]Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me.
[40]Chi non è contro di noi è per noi.[41]Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. [42]Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. [43]Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. [47]Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, [48]dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue".Per Gesù, questa libertà interiore, e, capace di apprezzare il bene ovunque si trovi, non va confusa con un relativismo deteriore. Egli prende come termine di paragone ciò che più vale nella considerazione dell’uomo: lui stesso, la sua mano, il suo piede, il suo occhio. Scandalizzare è da intendere come ostacolo alla vita di fede. Di fronte a questo pericolo l’uomo deve essere disposto a qualsiasi rinuncia pur di salvare la fede. Tutto il resto senza fede diventerebbe insignificante.

La speranza

I giovani sono la primavera della vita, la speranza della Chiesa e dell’umanità. La giovinezza è il tempo degli ideali e degli entusiasmi, del coraggio e dell’ottimismo, delle domande più urgenti e delle decisione più importanti.Essere giovani significa avere un futuro pieno di speranza. La speranza cioè di andare avanti, la speranza, la speranza di trovare lavoro, la speranza di realizzare l’amore, la speranza di stringere una forte amicizia con Dio.


Un amico da non perdereTu sia di non poter vivere da solo, di no poter essere felice da solo, di non poterti salvare da solo: il contatto con gli altri arricchisce, il rapporto con Dio ringiovanisce. Tu esisti perché Dio da sempre ti ha pensato, hai un destino che solo lui conosce: egli può aiutarti a dare un senso alla tua vita, a impegnarla per qualcosa che vale a vivere non per comandare, ma per servire, non per godere ma per amare. Tu sei debole come creatura, ma sei forte come amico di Dio: egli può darti una mano per vivere la vita come dono, per accogliere gli altri come fratelli, per rifiutare ogni violenza. Nessuno ti è amico come Dio, egli vuole aiutarti a cessare di fare il male a imparare a fare il bene, a non perdere mai la speranza. Egli è un amico che sa essere fedele, un amico da non perdere.

venerdì 25 settembre 2009


L'impegno

Tanta parte della vita dell’uomo è impegnata nel lavoro. Ci sono molti modi di spendere la vita. Ma fare della vita una missione d’amore è ciò che aiuta l’uomo a essere più uomo. È veramente impegnato l’uomo che soccorre chi è nel bisogno, l’uomo che sta lontano dal male e fa il bene, l’uomo che prega e ringrazia Dio di esistere. La gioia entra nella vita di un uomo quando ha qualcosa da fare, qualche ragione per cui vivere e sperare. Se ci guardiamo attorno, vediamo che in tante cose ci si può impegnare di più, si può fare decisamente meglio.

La vita è impegno per tutti. Non devi accontentarti di quello che sei, perché tu sei chiamato a essere di più, puoi amare di più, puoi combattere di più l’ingiustizia puoi lottare di più per la pace. Tu puoi fare veramente di più, puoi rischiare di più per la fede, puoi testimoniare di più il Vangelo, puoi servire di più i fratelli. Tu puoi fare di più per realizzare te stesso; per promuovere agli altri; per vivere meglio.
Dio ti invita a dare di più, Lui che ha donato il massimo.
Belle parole ci offre San Paolo oggi. Dalla lettera ai Efesini 4,29-32.Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato voi in Cristo.

giovedì 24 settembre 2009


Il Cuore della vita




Non è concepibile un cristiano che non preghi. Per chi crede e ha fede, pregare è un bisogno. L’uomo che prega è sereno, non si lascia prendere dalla sfiducia, non si smarrisce nella prova, si sente vicino a Dio. Ogni uomo cerca la pace e la felicità.
La preghiera è un’esperienza che dà sicurezza e serenità. È necessaria per osservare la legge di Dio. È luce per capire se stessi, è aiuto per affrontare meglio le difficoltà della vita, è stimolo per vivere nella speranza. La preghiera è il cuore della vita cristiana. È l’olio che alimenta la lampada della fede perché illumini il cammino del credente. È un rapporto particolare e personale con Dio che rende l’uomo convinto della propria piccolezza.

domenica 20 settembre 2009


50 anni fa…

Oggi San Zeno in Monte è in festa. 2 giovani faranno la prima Professione religiosa, (Giovanni e Yan), due faranno la prima professione trienale, Sor. Jiomara da cost e fr. Manoj Ethiervelil, 8 celebranno il 50° di professione religiosa, sono: Dal Corso Mons. Eugenio; Dalla Brea fratel Rodolfo; Desiderati fratel Carlo; Ferrari don Luigi; Gecchele don Gaetano; Lamesso fratel Agostino; Tosi don Tiziano e Zanni don Martino.

La consagrazione è l'incontro di due libertà: quella di Dio e quella della persona. è un "tesoro che portiamo in vasi di creta" La consacrazione è un dono di Dio e una risposta di amore a Dio accetando l’invito di vivere con Lui e per Lui.
Consacrarsi a Dio è fare la esperienza di amicizia con il Signore, è mettere Dio al centro della vita. Non c'è altra ragione più importante a questa. Solo chi è capace di accettare queste condizioni potrà sperimentare la libertà e la vera amicizia di Dio.
Al Signore non l'importa quante cose si fa’, ma come si fa’ tutto quello che si fa’. Il Signore non ci lascia senza difficoltà, liberi di sofferenze, privi di tentazioni solo perche siamo religiosi, no, il Signore conosce tutte queste cose e ci ha insegnato come affrontarle. Lui ha dato l’esempio, abbracciando la croce.
Anche noi, suoi discepoli, siamo chiamati a abbracciare con serenità la propria croce. La croce ci salverà. E dal nostro esempio i fratelli impareranno l’amore di Dio.

Preghiamo assieme perchè, con la grazia del Signore, possiamo tutti percorrere un cammino di fedeltà nel seguire Gesù, secondo lo spirito che ha vissuto e ci ha insegnato San Giovanni Calabria.

Dio è amore

Ci è stato sempre detto che nella vita bisogna amare, bisogna voler bene a tutti. Solo chi ama dimostra di aver capito Dio. Dio, infatti, è amore. L’amore di Dio è come il sole che illumina e riscalda la terra del cuore dell’uomo. È come una sorgente da cui attingere l’amore per te e per i fratelli. È un mistero che non sai definire, ma che puoi sperimentare nella concretezza della vita.
Chi vive ama. Chi ama vive veramente, Chi, poi, vive e credi in Dio si sforza anche di amare come ama Dio.
Amare come ama DioDio è amore, egli ti ha creato per amore, ti ha fatto libero per amore, ti chiede di vivere nell’amore. Dio è amore perché ama gratis, perché ama per primo, perché ama anche quelli che non se lo meritano. Dio è amore, egli ama i piccoli e i grandi, i poveri e i ricchi, i sani e i malati, ama tutti senza distinzione alcuna. Dio è amore, amare è farsi conoscere da chi si ama, è farsi simile a chi si ama, è donare la vita per chi si ama. Amare non è solo simpatia, è volere il bene degli altri, è dialogare con gli altri, è soffrire con gli altri, è anche perdonare gli altri. Non c’è vero amore senza dolore. Dio è amore,solo l’amore lenisce il dolore, solo l’amore vince la paura, solo l’amore ridona la speranza. Ciò che importa nella vita è poter amare, ma ciò che più conta è amore come ama Dio.

Dal Vangelo di Marco


Gesù, oggi, si confida con i suoi, parla delle sue preoccupazioni: la folla, dopo i primi entusiasmi, si è raffreddata: Gesù è un fallimento, un bluff. Le cose hanno preso una piega inattesa, devastante, Gesù, turbato, è disposto ad andare fino in fondo al suo disegno d’amore. Gesù con pazienza si mete a parte, non pensa nel suo dolore e insegna i suoi discepoli.

Mc. 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: “Il figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno;ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?” Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E, presso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.

Gesù parla della sua morte e i dodici stanno distribuendosi i posti, litigando sui privilegi. Dio mio, quanta meschinità
...e mi vieni i brividi solo di pensare che anche noi facciamo la stessa cosa, misuriamo sfacciatamente le priorità. Invece Gesù entra nel mondo senza privilegi.
Gesù, ancora una volta pazientemente insegna … “tra voi non sia così”. Dio sa mettersi da parte perché ascolta, perché è l’amore assoluto, l’amore realizzato, maturo.
Gesù condivide in tutto la fatica e la fragilità degli uomini ma non lascia che la paura soffochi l’amore.
Il dolore, la croce, le sofferenze fanno parte della nostra vita. Abbiamo fede che per “strappare” il meglio dentro di noi, dobbiamo tutti, passare per le prove di Dio. Dio è il “fuoco” che purifica nostro cuore, capacitandolo per amare.

sabato 19 settembre 2009


Sete di Dio


La più grande verità, contenuta nella Bibbia, è la creazione dell’uomo che nasce in questo mondo porta con sè un’impronta di Dio. Il più profondo, il più universale che esista nel cuore dell’uomo.
Dio è la sete che l’uomo ha della verità e della libertà, della giustizia e della bontà. Egli seduce e incanta, affascina e stupisce a un tempo. È vicino a chi lo cerca, si fa sentire da chi lo invoca. Simpatizza quasi con tutti.

Pipocas de vida

Milho de pipoca que nao passa pelo fogo continua a ser milho para sempre. Assim acontece com a gente. As grandes transformaçoes acontecem quando passamos pelo fogo. Quem nao passa pelo fobo, fica do msmo jeito a vida inteira. Sao pessoas de uma mesmice e uma dureza assombrosa. Sò que elas nao percebem e acham que seu jeito de ser è o melhor jeito de ser. Mas, de repente, vem o fogo. O fogo è quando a vida nos lança numa situaçao que nunca imaginamos: a dor!

Pode ser o fogo de fora: perder um amor, perder um filho, o pai, a mae, perder o emprego ou ficar pobre.
Pode ser fogo de dentro: panico, medo, ansiedade, depressao ou sofrimento, cujas causas ignoramos. Hà sempre o recurso do remedio apagar o fogo! Sem fogo o sofrimento diminui.

Com isso, a possibilidade da grande transformaçao tambèm. Imagino que a pobre pipoca, fechada dentro da panela, là dentro cada vez mais quente, pensa que sua hora chegou: vai morrer.
Dentro de sua casca dura, fechada em si mesma, ela nao pode imaginar um destino diferente para si. Nao pode imaginar a transformaçao que està sendo preparada para ela.
A pipoca nao imagina aquilo de que ela è capaz. Aì, sem aviso previo, pelo poder do fogo a grande transformaçao acontece. BUM!
E ela aparece como uma outra coisa completamente diferente, algo que ela mesma nunca havia sonhado.

Bom, mas ainda temos o piruà, que è o milho de pipoca que se recusa a estourar.
Sao como aquelas pessoas que, por mais que o fogo esquente, se recusam a mudar. Elas acham que nao pode existir coisa mais maravilhosa do que o jeito delas serem.
A presunçao e o medo sao a dura casca do mllho que nào estoura. No entanto, o destino delas è triste, jà que ficarao duras a vida inteira!!

Deus è o fogo que amacia nosso coraçao, tirando o que nele hà de melhor! Acredite que para extrairmos o melhor de dentro de nòs temos que, assim como a pipoca, passar pelas provas de Deus. Talvez hoje voce nao entenda o motivo de estar passando por alguma coisa... Mas tenha certeza que quanto mais quente o fogo mais ràpido a pipoca estoura.

giovedì 17 settembre 2009


Dal vangelo secondo Luca 7,36-50


In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco,una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: “ Se costui fosse un profeta, saprebbe che è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!” Gesù allora gli disse: “ Simone, ho da dirti qualcosa”. Ed egli rispose; “ Di pure maestro”. “Un creditore aveva due debitori; uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più? Simone rispose: “Suppongo sia colui al quale ha condonato di più” Gli disse Gesù”: “Hai giudicato bene”. E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei vece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo: lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “ I tuoi peccati sono perdonati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è costui che perdona anche i peccati?” Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”.

La pagina di oggi ci commuove:
· Gesù il misericordioso,perdona la prostituta senza chiederle nulla, perché legge nel profondo del suo cuore.
· Gesù legge dentro di ciascuno di noi, legge le nostri intenzioni
· Dio ci giudica dalla forza dell’amore, non dai risultati!
· Gesù interviene senza offendere nessuno, semplicemente racconta una piccola parabola. Chiede autorizzazione al dono della casa per poter farlo. Non giudica, Gesù insegna il cammino del amore.
· Alla fine è Simone stesso a capire, a cogliere il senso profondo delle parole di Gesù: è vero, a chi molto ama è molto perdonato.
· Grazie Signore per la tua misericordia con tutti noi.

mercoledì 16 settembre 2009


Cercare il cielo

Un bambino, vedendo ogni sabato un cieco davanti alla porta del Tempio, dopo avergli fatto l’elemosina, chiese:
-“Da quanto tempo sei cieco?”.
-” Dalla nascita”.
-“Che lavoro fa?”.
-“L’astronomo”.
-“Ma come ? Non sei cieco?”.
-“Sì. Però mi soffermo volentieri a guardare tutte le stelle dell’immenso cielo che ho dentro di me. Perche non provi anche tu?”.

Dal libro "Le parabole di un Pierino", di Don Antonio Mazzi

Canoa

C’era una volta una squadra italiana di canoa.
Una società italiana ed una americana decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini. Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ma gli americani vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro.
Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra. Il top management decise che si sarebbe dovuto vincere l’anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema.
Il gruppo di progetto scoprì dopo molte analisi che gli americani avevano sette uomini a remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana un uomo che remava e sette che comandavano. In questa situazione di crisi il management dette una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana. Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c’erano troppe persone a comandare e troppe poche a remare.
Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra.
Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, un capo dei supervisori e uno ai remi.
Inoltre si introdusse una serie di punti per motivare il rematore: “Così lo invogliamo a dare il meglio di sé”.
L’anno dopo gli americani vinsero con un vantaggio di due chilometri.
La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato.
La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato.
N.B. Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.(Dal libro “Le parabole di un Pierino” di, Don Antonio Massi).

Cristo il Salvatore di tutti.

Cristo è venuto sulla terra, è venuto per tutti, è venuto anche per te. Egli è l’amico dei poveri, il fratello di ogni uomo, il salvatore di tutti. Tu hai bisogno di Cristo, egli guarda alla tua miseria e ti comprende, vede il tuo peccato e ti perdona, illumina la tua vita e ti ridà la giovinezza. Tu hai bisogno di Cristo, ma non puoi conoscerlo senza incontrarlo, né lo puoi incontrare senza cercarlo. Egli è venuto per dirti la verità, per indicarti la via, per donarti la vita. Tu hai bisogno di Cristo, per conoscere la tua grandezza per scoprire la tua povertà, per trovare la vera felicità. Solo Cristo ha parole di vita, solo Cristo ha progetti di giustizia, solo Cristo è sorgente di libertà. Tu hai bisogno di Cristo, egli non è un amico qualunque, ti insegna molte cose, soprattutto ti invita a fare della vita un dono ai fratelli, un impegno di pace, un servizio d’amore.

La Parola di Dio

Lc 7,31,35
In quel tempo, il Signore disse: “A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:”Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” . È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli”.
Ha ragione, il Signore, ha ragione: non siamo mai contenti, mai soddisfatti
Quando capiremo che ci è affidato il Regno e che la diversità o le differenze sono un dono? Che la lamentazione non è accettabile nei figli di Dio? Che ci occorre un sguardo profondo e di fede sulla realtà, su di noi, sulla chiesa, con i suoi difetti e peccati? Poi, certo, insieme decidiamo cosa è meglio … Ma sono scelte conseguenti all’incontro e al rispetto del primo comandamento del Signore che è quello dell’amore reciproco! Grazie, Signore, di questa giornata, della mia vita, delle cose che ho, di me stesso. Non tutto funziona come vorrei, o come dovrebbe, ma non voglio, oggi, lamentarmi di nulla: ho te, cosa mi manca?

Nenhum comentário:

Postar um comentário